sabato 8 settembre 2012

Recensione: UN AMORE NELLA BUFERA di Marino Solfanelli (Edizioni Tabula fati)


Una storia d'ordinaria poesia

 Un film pornografico, firmato da Pier Paolo Pasolini, "I cento giorni di Sodoma", ha proiettato l'ombra viscida e turpe della calunnia partigiana sopra l'avventura dei militanti nella Rsi.
 I giovani che si arruolarono volontariamente nelle forze armate della Rsi, infatti, non speravano di rovesciare l'esito tragico della guerra né ambivano a seguire la cultura pasoliniana fino alla pratica di vizi aborriti e condannati dall'educazione religiosa ricevuta in famiglia e nella scuola. La loro unica ambizione era combattere valorosamente e in tal modo lavare l'onta della capitolazione senza onore a Cassibile.
 I combattenti della guerra già perduta, infatti, rivivevano, nella tragica realtà della lotta impari, i poemi degli eroi sfortunate, le storie e le leggende che avevano nutrito la loro anima negli anni della scuola: Ettore che affronta Achille, gli spartani alle Termopili, Orlando a Roncisvalle, Corradino di Svevia, Giovanni dalle Bande Nere. 
 Sulla linea gotica i volontari del Battaglione "Mameli", infatti, dimostrarono che la loro ambizione non era vana e respinsero più volte gli attacchi sferrati da americani di soverchiante numero e armamento. Ai confini dell'est e dell'ovest i volontari fascisti resistettero strenuamente ai titini e ai gollisti.
 Simbolo della passione invincibile dei giovani fascisti fu l'azione (recentemente rievocata dallo storico Alberto Rosselli) condotta il 24 aprile del 1945, di fronte alla costa di Sanremo, da un Mas che silurò e mise fuori combattimento un incrociatore francese.  
 Chi ha avuto il privilegio di conoscere e frequentare repubblichini autentici e fascisti irriducibili, quali  Primo Siena, Massimo Zamorani, Roberto Melchionda, Enzo Erra, Bartolomeo Zanenga, Sergio Bornacin, Giano Accame, Sandro Guarnieri, Roberto Garufi, Silverio Bacci, Lello Graziani, Silvio Adorni, Alfredo Burzomato, Dino Grammatico e Orazio Santagati non può disconoscere l'alta virtù che ha governato la loro esistenza.
 Ora uno spiraglio alla verità sull'animo dei combattenti repubblicani è aperto da un breve, magnifico racconto di Marino Solfanelli, "Un amore della bufera", pubblicato il questi giorni da Tabula Fati, animosa e brillante casa editrice in Chieti.
 Solfanelli traduce e comunica la sua passione di attore e storico della magnifica avventura in uno stile narrativo limpido e coinvolgente.
 Chi legge il suo breve racconto è trasportato nell'atmosfera singolare in cui operavano i protagonisti dell'ultimo fascismo. Un luogo della memoria dove l'eroismo dei giovani volontari incontrava la purezza del sentimento. Non un'invenzione letteraria ma una storia che si rovescia felicemente nella letteratura.
 Lo scritto di Solfanelli contribuisce al dissolvimento del fumo fetido e malsano che fu prodotto da Pasolini per la contentezza degli antifascisti radunati nel salotto dei fruitori della sconfitta. Luogo  riservato agli iniziati ai misteri della dissoluzione totalitaria e perciò al culto dell'antiItalia.
 Il libro di Solfanelli si colloca felicemente nella scena del revisionismo che è ultimamente accelerato dall'esito disonesto e fallimentare delle ideologie che hanno vinto la Seconda guerra mondiale.

Piero Vassallo


Marino Solfanelli
UN AMORE NELLA BUFERA
Edizioni Tabula fati
Pagg. 56 - Euro 6,00